Identità smisurate quelle di Amelia Romeo, in cui possibilità illimitate di ricerca pongono un’androginia che si muove in una spazialità, in cui conscio ed inconscio idealmente collegano il corpo e l’anima, il definito e l’indefinito.

Un piano d’immagine che accoglie opacità di figurazioni, suggestione di illusioni visive che sembrano dati riconoscibili in un’atmosfera, limite oggettivo da cui si dipanano umane incognite.

Raffronti stereotipati in cui non vi è vita come esperienza del reale, ma come viaggio nel profondo immaginato volto a cogliere il mistero delle radici dell’essere.